Materie Prime: La Rosa di Taif
Ecco i segreti della Rosa di Taif. Ce li rivela Laura Bosetti Tonatto, famoso naso di profumeria artistica.
Finalmente Taif, la tappa che è valsa il mio lungo viaggio in Arabia Saudita, ospite della famiglia reale. In questo paese le donne da sole non possono entrare, ma le principesse saudite hanno fatto in modo che potessi accedere a tutte le coltivazioni del regno per poter selezionare le rose migliori tra quelle di Taif, Medina, Tabuk, Jazan e Al Jouf. Sono tutte Rose Damascene estratte con tradizione centenaria.
L’uso del profumo ha un ruolo molto importante nella cultura dell’Arabia Saudita. La religione musulmana lo incoraggia per gli uomini e per le donne: i sauditi sono i più forti consumatori al mondo di profumi. A Taif si coltiva la Rosa Damascena Trigintipetala, di colore rosa chiaro, dal profumo intenso. Le colline intorno alla città non sono altissime ma godono di una temperatura particolarmente favorevole, che varia in media da una massima di 35°C a una minima di 21.7°C. Il clima aiutato da efficienti sistemi di irrigazione hanno fatto guadagnare alla regione il nome di “Rosa d’Arabia”.
La coltivazione di questo fiore fu introdotta dagli Ottomani, ma secondo un’antica leggenda il fiore sarebbe arrivato dall’India. L’essenza di rosa che si produce a Taif non raggiunge le quantità prodotte in altri paesi, ma è di qualità straordinaria e costituisce un dono prezioso e molto gradito per chi lo riceve. La fioritura ha luogo soltanto tra marzo ed aprile e deve avvenire molto velocemente poiché i fiori sono particolarmente delicati. La raccolta inizia all’alba e termina alle 7 del mattino.
Durante la fioritura il profumo e la fragranza di questi fiori pervade l’intera regione e nel mese di aprile dalle zone collinari circostanti si può ammirare una immensa distesa di colore rosa. Dalla distillazione dei fiori si ottengono due prodotti: l’essenza (Attar) e l’acqua di rose, che può essere usata anche in cucina, ad esempio per aromatizzare il tè o i dolci. Solo dopo un secondo processo di distillazione si ottiene l’Attar, o essenza di rose. Finita la distillazione, l’Attar viene confezionato in flaconi che contengono una tolah, ossia 11.7 grammi di prodotto. Il prezzo varia dai 38.000 ai 50.000 euro al kg.
La Taif è la rosa più straordinaria che io abbia mai odorato ed è anche la più cara al mondo. Ma nessuno ha mai potuto comprarla perchè l’intera produzione, circa 16 chilogrammi all’anno, appartiene al re che la regala ai suoi dignitari più meritevoli. In Arabia Saudita incontrare un uomo profumato di essenza di rosa significa trovarsi di fronte ad una persona molto stimata dal re. Le tonalità della Rosa di Taif sono calde e persistenti, immensamente ricche e fiorite, con una intensa nota mielata.
Le principesse saudite amano realizzare miscele molto raffinate con acqua di rose e legni profumati polverizzati. Queste polveri vengono preparate con ricette che si tramandano da madre in figlia e vengono utilizzate per il rito della fumigazione, il modo più antico di profumare, proprio attraverso il fumo, la casa e gli abiti.
L’oud ed il sandalo utilizzati sotto forma di bakhoors, scaglie di legno imbevute di profumo, si bruciano nella mabkhara, un incensiere tipico della tradizione saudita.
La principessa Noof, nipote del defunto re Khaled, visto il mio entusiasmo per questo “fumo profumato”, decise di regalarmi la ricetta del suo suo oud alla rosa di Taif. Ogni tanto apro il barattolo, lo annuso e ricordo un paese straordinario con un profumo unico, difficile da replicare per la rarità degli ingrendienti. Se qualcuno avesse la pazienza di cercarli, ecco la ricetta:
Due parti di legno di oud malese
Una parte di acqua di rose di Taif
Due parti di ambra grigia del Qatar
Una parte di olio essenziale di rosa di Istanbul
Pulire e polverizzare bene l’oud, poi miscelarlo con acqua di rose scaldata ma non bollita, aggiungere quindi l’ambra grigia pressata e fare asciugare; infine, unire il tutto all’olio essenziale di rosa.
Maometto metteva i profumi tra le cose che amava di più al mondo. Sicuramente qualcuno deve avergli fatto conoscere la rosa di Taif.
Articolo a cura di Laura Bosetti Tonatto